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Trader Professionista
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Mi chiamo Saverio Aiolfi e vivo nella bassa parmense, nel regno della nebbia e del culatello. Il mio involucro esterno ha 48 anni, numero puramente anagrafico che nulla ha a che vedere con gli anni che ho realmente. Sono laureato in economia aziendale e mi occupo di trading nei mercati finanziari e di godimento della vita, che tradotto significa che speculo in borsa ma la mia attività preferita è non fare un ciufolo dalla mattina alla sera. Ascolto musica da quando, a 15 anni, il mio mentore mi aprì le porte del metallo pesante. Con questo non intendo dire che mi fece assumere in una fonderia, ma che mi iniziò all’ascolto dell’heavy metal in tutte le sue forme, sfumature e contaminazioni. Questo è ancora il mio più grande piacere dopo il flipper e il maiale in tutte le sue concezioni e trasformazioni. Mi piace viaggiare, conoscere persone, ridere, stare a contatto con la natura, ascoltare e vedere la musica dal vivo. Cerco di assaporare la libertà in ogni cosa che faccio, che vedo e che sento.
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Tutto ebbe inizio nell’anno di grazia 2003, anno in cui iniziai a fare trading più o meno seriamente. In verità mi avvicinai a questo settore 3 anni prima, proprio nel periodo in cui il ”sale sale e non fa male” era ormai finito e stavano iniziando i tempi del “scende scende e lo si prende”. E in parte lo presi anch’io, anche se all’epoca essendo agli inizi avevo messo in gioco un piccolo capitale. Apro una parentesi: proprio perché ero all’inizio la frase ”messo in gioco” calza a pennello, dato che mi ero buttato nel mercato senza neanche sapere cosa fosse l’analisi tecnica. Per fortuna poi ho rimediato. Ma nel frattempo l’uccello padulo aveva fatto il suo dovere, e in soli 6 mesi mi ero ritrovato col 30% in meno. Meno male che la tesi da finire e poi l’inizio dell’attività di promotore finanziario mi tennero lontano dai mercati per un po’, fino al 2003 appunto, quando per vari motivi ricominciai l’operatività ripartendo col capitale che mi era rimasto. E qui la fortuna di rientrare con un mercato ai minimi (cosa molto importante per un non esperto) bilanciò la sfiga di entrare sui massimi 3 anni prima. Le cose andavano bene, intendiamoci nulla di eclatante ma ci campavo, e così il trading divenne la mia attività principale, il che mi permise di mandare a mietere il grano la banca per cui lavoravo (che tra l’altro se mietesse il grano sarebbe molto più utile per la società). La possibilità di dedicarmi al trading a tempo pieno mise in moto un circolo virtuoso, dove
i guadagni si sommavano alla sempre maggior conoscenza dei mercati. Fino ad allora basavo l’operatività su tecniche totalmente discrezionali, grafici e osservazione del book, e sarebbe stato così ancora per qualche tempo. Però le cose cambiano, e dopo un periodo “stella splendente” ne arrivò uno ”stalla puzzante”, per fortuna più breve, dove in alcuni mesi mi mangiai un bel po’ di profitti. Intendiamoci la colpa fu solo mia, perché quando si vuole troppo e in più non si rispettano gli stop e come se non bastasse si mediano le perdite ad minchiam, la sorte ti aiuta due volte o forse tre ma poi decide che non te lo meriti più e chiama l’uccello padulo che ti trova e ti centra. E ti fa male. Molto male. E qui mi fermo perché ogni trader deve riflettere su questa cosa, io per primo.
Il periodo “stalla puzzante” mi fece molto riflettere sugli errori a cui può portare l’ingordigia e la mancanza di disciplina, e nel trading non sono errori da sottovalutare per il semplice motivo che se li fai perdi soldi. Nei mesi seguenti rallentai quindi molto l’operatività, sia per evitare di cadere di nuovo in tentazione, sia per godermi un po’ i guadagni del periodo “stella splendente”. Nel frattempo cresceva dentro di me la voglia di
realizzare un desiderio che avevo da tempo, vale a dire la casa in campagna, e così partii con questo progetto che non essendo una cosa da poco mi occupò non solo molto tempo ma anche molto denaro, entrambi oltre le previsioni. Fatto sta che il capitale per fare trading si ridusse al lumicino, con conseguente necessità di ripensare completamente le mie tecniche prima basate su un capitale parecchio più elevato. Dovetti anche
abbandonare le care vecchie azioni per orientarmi su strumenti a più alta leva quali futures e cfd, altrimenti con cifre così basse fare trading non avrebbe avuto quasi più senso. E’ in quel periodo che iniziai a lavorare ad alcune strategie di trading sistematico. La maggiore rischiosità dei mercati che mi accingevo ad affrontare richiedeva regole precise e soprattutto precisi stop vista l’esperienza precedente, così ho iniziato a codificare le varie
regole che già usavo discrezionalmente in strategie ben delineate che non dessero dubbi interpretativi in merito ai punti di entrata in una posizione o di uscita dalla stessa. In sintesi stavo creando dei trading systems. E sinceramente non pensavo che fosse così lungo e difficile trovare qualcosa di veramente valido (tanti sistemi sono stati scartati in quanto dopo dei buoni backtest deludevano in fase di utilizzo in tempo reale), ma procedendo con vari cambi di regole e di combinazioni fra queste, e dopo millemila test su vari strumenti finanziari e su vari time frame, alla fine qualcosa di robusto penso di averlo trovato. Ciò non vuol dire che il lavoro sia finito, anzi. In questo mestiere c’è sempre da imparare e da migliorare, ma forse è proprio questo il suo bello!!! Beh, in realtà il suo bello più bello è che permette di essere veramente padroni di se stessi, del proprio tempo e della propria vita, di essere liberi in sostanza, un enorme dito medio alzato in faccia al sistema che ci vuole schiavi e a sua disposizione. Se poi penso che per ottenere questa libertà uso lo stesso strumento (cioè la finanza) che usa il sistema per rendere schiava la gente, la soddisfazione è ancora più grande.
Perché ho raccontato tutte queste cose? Non lo so… però c’ho ragione, e i fatti mi
cosano!! (cit.)
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